martedì 6 marzo 2012

X leggere Tutto - TESTIMONIANZE di Eventi PARANORMALI - GLI ANGELI di MONS

Il giorno 26 agosto 1914, durante la ritirata, il corpo di spedizione britannico sconfitto a Mons, in Francia, era soverchiato dalle forze tedesche tre volte più ingenti. Il disastro incombeva all'orizzonte mentre un'unità di cavalleggeri dell'imperatore Federico Guglielmo sbarrava il passo agli inglesi.
Ma non ci fu il colpo di grazia. Improvvisamente, i cavalli germanici furono presi dal panico, s'impennarono sugli zoccoli posteriori con le narici frementi. La cavalleria tedesca uscì precipitosamente di scena e i soldati inglesi poterono mettersi in salvo.


Che cosa aveva fermato le spade teutoniche e terrorizzato i cavalli? Un articolo pubblicato sul londinese Evening News, un mese dopo la miracolosa fuga dei soldati da una situazione che sembrava disperata, affermò che essi erano stati salvati dall'apparizione di una squadriglia di angeli che si libravano sulle loro teste. L'autore dell'articolo era un certo Arthur Machen, uno scrittore di storie dell'orrore e del mistero che era amico di Yeats e di Aleister Crowley, tutti e tre membri dell'Ordine Ermetico dell'Alba d'Oro, la più infame società di magia nera del ventesimo secolo.


Secondo l'articolo di Machen, Gli angeli di Mons, quando i tedeschi dispiegarono le loro forze per la carneficina finale, ebbero la visione di un esercito di spiriti nel cielo, chierato dalla parte degli inglesi. Fatto ancora più sbalorditivo, gli angeli avevano l'aspetto degli arcieri britannici di un tempo, coi loro lunghi archi tesi e puntati direttamente sul nemico. La storia suscitò una tale sensazione in Inghilterra che Machen ammise alla fine che gli angeli erano esclusivamente frutto della sua fervida immaginazione. Ma la storia di salvatori celesti intervenuti in favore dei Tommies nelle trincee si rifiutò di morire. Quando i sopravvissuti di Mons tornarono in patria, molti di loro rilasciarono dichiarazioni che corroboravano l'episodio degli angeli arcieri. Una marea di articoli e opuscoli confermarono in seguito la storia. Il reverendo C.M. Chavasse, cappellano militare, disse che l'aveva sentita di prima mano oltre che da un generale, anche da due dei suoi ufficiali che avevano partecipato alla battaglia.
Malgrado le smentite di Machen, gli Angeli di Mons avevano assunto una vita propria. Senza rendersi conto delle sue azioni, forse Machen aveva attinto dall'inconscio collettivo dell'Inghilterra sconvolta dalla guerra. Indubbiamente, gli angeli sollevarono il morale della gente nei momenti più duri della guerra, quando gli uomini migliori d'Inghilterra venivano massacrati sui campi di battaglia della Francia. Alla fine il trucco, se di questo si trattava, funzionò. Gli inglesi e i loro alleati uscirono vittoriosi. Gli angeli si erano schierati dalla parte vincente, dopo tutto.




Sviluppi nel dopoguerra

Pare che la vicenda riguardante gli Angeli di Mons fu l'episodio scatenante di quella fenomenologia soprannaturale che oggi viene chiamata proprio “visione degli Angeli”. Secondo i razionalisti si trattò invece solo di una grande trovata dell'Alto Comando inglese per risollevare il morale delle truppe, mai tanto basse come in quel periodo di dure sconfitte. Avere Dio e i suoi messaggeri a sostegno dell'Union Jack poteva essere in effetti un bell'incoraggiamento.
Qualche decennio più tardi l'episodio di Mons è stato interpretato anche in chiave ufologica. Può darsi che dei visitatori extraterrestri in missione sulla terra abbiano deciso semplicemente di interrompere (pacificamente) una battaglia che stava per risolversi un massacro. Questo contravverrebbe però al ruolo di “osservatori invisibili” che viene attribuito solitamente agli alieni in visita sul pianeta Terra.


La farsa del Sunday Times

Nel 2001 il giornale inglese Sunday Times sostenne di essere in possesso di documenti che attestavano la veridicità storica dell'episodio. Per la precisione tali prove erano un diario e delle fotografie appartenute a un soldato della Grande Guerra di nome William Doidge. Secondo il Sunday Times anche un noto regista americano voleva acquistare quei documenti per la “modica” cifra di 350.000 sterline. In seguito anche un sito web riportò la medesima storia, contribuendo a renderla credibile. Ma il tutto si spense qualche mese dopo quando Danny Sullivan, che aveva personalmente cavalcato la faccenda per conto del giornale, dichiarò che si trattava solo di un'unica grande burla.

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martedì 6 marzo 2012

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Il giorno 26 agosto 1914, durante la ritirata, il corpo di spedizione britannico sconfitto a Mons, in Francia, era soverchiato dalle forze tedesche tre volte più ingenti. Il disastro incombeva all'orizzonte mentre un'unità di cavalleggeri dell'imperatore Federico Guglielmo sbarrava il passo agli inglesi.
Ma non ci fu il colpo di grazia. Improvvisamente, i cavalli germanici furono presi dal panico, s'impennarono sugli zoccoli posteriori con le narici frementi. La cavalleria tedesca uscì precipitosamente di scena e i soldati inglesi poterono mettersi in salvo.


Che cosa aveva fermato le spade teutoniche e terrorizzato i cavalli? Un articolo pubblicato sul londinese Evening News, un mese dopo la miracolosa fuga dei soldati da una situazione che sembrava disperata, affermò che essi erano stati salvati dall'apparizione di una squadriglia di angeli che si libravano sulle loro teste. L'autore dell'articolo era un certo Arthur Machen, uno scrittore di storie dell'orrore e del mistero che era amico di Yeats e di Aleister Crowley, tutti e tre membri dell'Ordine Ermetico dell'Alba d'Oro, la più infame società di magia nera del ventesimo secolo.


Secondo l'articolo di Machen, Gli angeli di Mons, quando i tedeschi dispiegarono le loro forze per la carneficina finale, ebbero la visione di un esercito di spiriti nel cielo, chierato dalla parte degli inglesi. Fatto ancora più sbalorditivo, gli angeli avevano l'aspetto degli arcieri britannici di un tempo, coi loro lunghi archi tesi e puntati direttamente sul nemico. La storia suscitò una tale sensazione in Inghilterra che Machen ammise alla fine che gli angeli erano esclusivamente frutto della sua fervida immaginazione. Ma la storia di salvatori celesti intervenuti in favore dei Tommies nelle trincee si rifiutò di morire. Quando i sopravvissuti di Mons tornarono in patria, molti di loro rilasciarono dichiarazioni che corroboravano l'episodio degli angeli arcieri. Una marea di articoli e opuscoli confermarono in seguito la storia. Il reverendo C.M. Chavasse, cappellano militare, disse che l'aveva sentita di prima mano oltre che da un generale, anche da due dei suoi ufficiali che avevano partecipato alla battaglia.
Malgrado le smentite di Machen, gli Angeli di Mons avevano assunto una vita propria. Senza rendersi conto delle sue azioni, forse Machen aveva attinto dall'inconscio collettivo dell'Inghilterra sconvolta dalla guerra. Indubbiamente, gli angeli sollevarono il morale della gente nei momenti più duri della guerra, quando gli uomini migliori d'Inghilterra venivano massacrati sui campi di battaglia della Francia. Alla fine il trucco, se di questo si trattava, funzionò. Gli inglesi e i loro alleati uscirono vittoriosi. Gli angeli si erano schierati dalla parte vincente, dopo tutto.




Sviluppi nel dopoguerra

Pare che la vicenda riguardante gli Angeli di Mons fu l'episodio scatenante di quella fenomenologia soprannaturale che oggi viene chiamata proprio “visione degli Angeli”. Secondo i razionalisti si trattò invece solo di una grande trovata dell'Alto Comando inglese per risollevare il morale delle truppe, mai tanto basse come in quel periodo di dure sconfitte. Avere Dio e i suoi messaggeri a sostegno dell'Union Jack poteva essere in effetti un bell'incoraggiamento.
Qualche decennio più tardi l'episodio di Mons è stato interpretato anche in chiave ufologica. Può darsi che dei visitatori extraterrestri in missione sulla terra abbiano deciso semplicemente di interrompere (pacificamente) una battaglia che stava per risolversi un massacro. Questo contravverrebbe però al ruolo di “osservatori invisibili” che viene attribuito solitamente agli alieni in visita sul pianeta Terra.


La farsa del Sunday Times

Nel 2001 il giornale inglese Sunday Times sostenne di essere in possesso di documenti che attestavano la veridicità storica dell'episodio. Per la precisione tali prove erano un diario e delle fotografie appartenute a un soldato della Grande Guerra di nome William Doidge. Secondo il Sunday Times anche un noto regista americano voleva acquistare quei documenti per la “modica” cifra di 350.000 sterline. In seguito anche un sito web riportò la medesima storia, contribuendo a renderla credibile. Ma il tutto si spense qualche mese dopo quando Danny Sullivan, che aveva personalmente cavalcato la faccenda per conto del giornale, dichiarò che si trattava solo di un'unica grande burla.

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